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AMI - Parco Virunga: tra la conservazione della natura e lo sviluppo della popolazione

• Sabato, 25 novembre 2017 •

Il Parco Virunga è ricco di risorse, ma è ancora oggetto di molte minacce sia in merito alla salvaguardia dell'ambiente che allo sviluppo della regione e delle popolazioni locali. Lo sfruttamento delle risorse, lo sviluppo economico e la conservazione dell'ambiente non sono, tuttavia, realtà contraddittorie ma possono convergere per trarre il massimo vantaggio. La Repubblica Democratica del Congo (DR Congo) e tutti i suoi partner devono pertanto, attraverso politiche attive, concentrare i loro sforzi sulla conservazione di questo patrimonio unico al mondo.

Il Parco Virunga: una ricchezza incredibile in pericolo
Situato al confine con il Ruanda, l'Uganda e il Congo, il Parco Virunga, creato nel 1925 dal re Albert I per proteggere questa zona, è oggi considerato uno dei gioielli dell'Africa. La ricchezza dei paesaggi e della fauna protetta, sono valsi al Parco il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1979.
Composto da paludi, vulcani, pianure di lava, savane e cime di oltre 5.000 metri, il parco gode anche di una notevole biodiversità animale. Difatti, sono presenti diverse specie endemiche e si è registrata la presenza di specie potette, come ippopotami e gorilla di montagna.
La presenza di questa eccezionale flora e fauna è di interesse rilevante in materia di biodiversità, nella ricerca scientifica, nello sviluppo ecologico ed economico.
Il parco è anche ricco di una grande varietà di risorse come il legno, l'olio e il gas ed, inoltre, l'attività vulcanica della regione rende il terreno molto fertile e favorisce l'agricoltura.
Il parco è ora co-gestito dai tre stati sopra menzionati (Ruanda, l'Uganda e il Congo).
Dal lato congolese, lo Stato ha creato un organismo specifico dedicato alla gestione del parco: l'Istituto Congolese per la Conservazione della Natura (ICCN) ed il mandato dell'Istituto è "garantire la protezione della flora e della fauna, migliorare la biodiversità promuovendo la ricerca scientifica e facilitando le attività di ecoturismo e svolgere o commissionare studi e per prolungare gli scopi scientifici e didattici nel campo della conservazione. Essa mira, inoltre, a garantire la conservazione e la gestione sostenibile della biodiversità in collaborazione con le comunità locali e con altri partner".
Mentre questa zona d'eccezione dovrebbe beneficiare della protezione ed incoraggiare lo sviluppo economico della regione, le risorse esistenti e l'avidità che esse suscitano sono la causa scatenante di un inesauribile conflitto. A causa della presenza di più attori e dei loro interessi, spesso divergenti, oggi molte minacce incombono sul parco.
Dal 1994 il Parco di Virunga è stato inserito dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) nella lista dei patrimoni dell'umanità in pericolo. La sua presenza in questa lista è stata, purtroppo, ribadita ancora una volta nel 2017.

Numerosi Conflitti in tutto il Parco
La presenza di interessi conflittuali rende la gestione del parco molto complessa e provoca molte tensioni tra tutti gli attori coinvolti. Così ci sono tensioni, da un lato, tra la necessità di conservazione del patrimonio e la gestione sostenibile delle risorse del parco e, dall'altro lato, gli appetiti economici che essi suscitano tra gli attori nazionali e internazionali, sia privati che pubblici. Le pressioni sulle risorse del parco sono numerose: bracconaggio, deforestazione, esplorazione per lo sfruttamento delle risorse sotterranee. Tutto ciò può essere purtroppo attribuito ai vari attori coinvolti: Stato, società internazionali, gruppi ribelli e persino la popolazione locale.

Gruppi armati - I conflitti nella regione hanno anche portato gruppi armati a cercare rifugio nel parco (FDLR, Maï-Maï, ADF-Nalu…) e sfruttare illegalmente le risorse presenti. Stanno così esercitando pressione sulla popolazione e sui dipendenti del parco ed hanno inoltre sfruttato la tensione tra la popolazione e l'ICCN per esercitare il loro potere sulla zona, ad esempio facilitando l'accesso a taluni contadini in cambio di parte del loro raccolto. Nonostante gli sforzi compiuti, le autorità congolesi stanno lottando per risolvere questo problema.

La popolazione locale, però, non è soddisfatta della gestione di alcuni progetti economici volti allo sfruttamento delle risorse sviluppate dallo Stato congolese all'interno del territorio del Parco, poiché non ne hanno tratto alcun beneficio. La popolazione si sente quindi appesa e privata delle potenziali risorse economiche derivanti dal proprio ambiente, mentre la maggior parte di loro vive in una situazione molto precaria. Il governo congolese, infatti, non ha sempre optato per la gestione inclusiva e sostenibile del Parco, come attestano i dati evidenziati dal progetto per lo sfruttamento delle risorse petrolifere e gas nel seminterrato del Parco da parte di società estere negli ultimi anni. Difatti, anche se la legge congolese vieta le operazioni estrattive nei parchi nazionali, nel 2007 sono stati concessi permessi di esplorazione e sfruttamento del suolo a diverse società internazionali: Total, Eni e SOCO, per un'area che copre quasi l'85% del Parco.
Lo sfruttamento del petrolio avrebbe gravi conseguenze in termini di degrado ambientale, in quanto costituirebbe una minaccia diretta per gli animali del parco e potrebbe anche privare la popolazione locale delle sue attività che sono fonte primaria di reddito (in particolare la pesca).

Dopo un'importante mobilitazione internazionale, nel 2013 Total e Eni hanno assicurato che non continueranno il loro lavoro di sfruttamento del territorio. La partenza dell'azienda britannica SOCO che prevedeva di estrarre petrolio dal sottosuolo del Parco ha rappresentato un sollievo per la popolazione locale e per molte organizzazioni che lottano per la difesa dell'ambiente. Ma la minaccia non è ancora scongiurata poiché il governo congolese ha appena riassegnato attraverso un accordo in linea di principio, la licenza di SOCO ad un'impresa offshore "Oil Quest International". Infine, lo sfruttamento del petrolio rappresenta un rischio significativo per il Parco come patrimonio dell'umanità in quanto tale status non è compatibile con la possibilità di esplorare e sfruttare le riserve sotterranee conformemente agli standard dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e l'UNESCO.

Preservazione del parco e sviluppo economico della regione: verso una gestione sostenibile ed inclusiva delle risorse del parco.
Al fine di preservare questo incredibile patrimonio, la Commissione per la Giustizia e la Pace ritiene che sia il dovere delle autorità congolesi trovare e proporre una riconciliazione tra le esigenze ed i bisogni delle popolazioni locali e la sopravvivenza e la conservazione del parco.
Il governo congolese, tramite l'ICCN, ha lanciato nel 2008 l'Alleanza Virunga.
Il progetto intende riunire tutti gli attori chiave del Parco: le istituzioni nazionali, il settore privato e la popolazione locale, per un dialogo inclusivo che consenta l'attuazione di un progetto comune per lo sviluppo sostenibile del Congo Orientale. Il progetto si focalizza sullo sviluppo di quattro temi: energia rinnovabile, pesca sostenibile, agroalimentare e turismo. I benefici di questo progetto dovranno essere condivisi tra la popolazione che beneficerà dei suoi vantaggi economici (accesso all'elettricità, miglioramenti delle rendite agricole, creazione di posti di lavoro e redditi più elevati) ed il parco stesso, il quale sarà protetto in maniera più efficiente contro le minacce di sfruttamento illegale delle sue risorse. Gli sforzi hanno riguardato innanzitutto lo sviluppo dell'energia rinnovabile, chiave di volta del progetto, in quanto consente spin-off diretti nei vari settori sopra menzionati.
Nel 2010 è stata inaugurata la prima centrale idroelettrica a Mutwanga, la quale ha una capacità produttiva di 0,4 megawatt (MW) di elettricità che può trarre beneficio a più di 3.600 famiglie (circa 30.000 persone). Nel 2015, il Presidente Kabila, a Matebe, ha inaugurato uno stabilimento con una capacità di 13,6 MW. Entro la fine del 2018, è prevista la costruzione della terza centrale elettrica di Lubero con una capacità 12,8 MW.

Il progetto Virunga Alliance prevede anche di risolvere il problema della pesca intensiva nel lago Edward, insegnando alla popolazione migliori tecniche di pesca e migliorando, al contempo, il processo di condizionamento (catena a freddo) ed i processi di commercializzazione.
Infine, lo sviluppo del turismo costituisce il quarto pilastro del progetto e si concentra sulla qualità del parco, sulla presenza di gorilla o sulle opportunità escursionistiche sui vulcani. Sono previsti investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture e la formazione del personale di accoglienza.
Il progetto Virunga Alliance prevede che il 30% dei ricavi del parco sarà investito in progetti per la popolazione e, ad oggi, sono già state costruite dieci scuole e cliniche di salute e oltre 53 km di strada che permettono agli agricoltori di vendere le loro colture sui mercati.

Tutte queste attività creano reddito per la popolazione. Inoltre, secondo i ricercatori, altri ricavi potrebbero anche essere tratti dal parco, in particolare attraverso la vendita di piante a fini farmaceutici (1,5 milioni di dollari l'anno) e la ricerca sulla fauna e la flora del parco (da 4 a 5 milioni all'anno).

Anche se la responsabilità primaria della protezione delle risorse è con le autorità congolesi, progetti come Virunga Alliance hanno il merito di mostrare che esistono alternative e sono fattibili. La giustizia e la pace incoraggiano tali iniziative e ricorda al Belgio l'importanza di sostenerli.
Il Belgio, come gli altri Stati membri dell'Unione europea, ha il dovere morale di contribuire alla conservazione del patrimonio mondiale di cui fa parte il Parco Virunga ed anche gli Stati europei hanno ragioni pragmatiche per farlo. Nell'ambito delle iniziative di lotta contro il riscaldamento globale, vale la pena sottolineare che il parco rappresenta, come l'Amazonia, un vero e proprio polmone della terra e che la sua deforestazione avrebbe conseguenze drammatiche.

Per leggere l'articolo intero e scaricare il documento di analisi 2017 visita il sito http://www.justicepaix.be/Parc-des-Virunga-entre-preservation-de-la-nature-et-developpement-des

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